“ La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia”
Carl Gustav Jung
N.B. Tutte queste metodologie sono i miei riferimenti teorici; sono integrate tra loro ed utilizzate a seconda della necessità.
Corrisponde all’analisi delle dimensioni più profonde dell’essere, quelle che in realtà orientano e condizionano- anche inconsciamente– la vita di ciascuno. E’ quindi una disponibilità all’unità interiore attraverso l’ascolto di sè. Possono infatti abitare in noi elementi mentali ed emotivi separati tra loro, talvolta in conflitto, spesso non riconosciuti ma che comunque possono determinare la nostra risposta alla vita, alle relazioni e alla felicità. E’questo quindi un approccio alla conoscenza della propria profondità, intesa come sorgente capace di generare una vita con gradi più elevati di benessere psico-fisico.
La Fenomenologia è un orientamento alla conoscenza, di sè e della realtà, che, nascendo nel puro ambito della speculazione filosofica – di cui i principali autori sono F. Brentano, E. Husserl, K. Jasper, E. Stain, M. Heidegger, G. Vattimo – è poi presto approdata anche nella psicologia clinica. E’ un attenzione alla specificità dei vissuti individuali in modo non giudicante, alle intenzioni della coscienza e alla liberazione degli eventi (anche mentali) da ogni sovrastruttura che ne oscura l’essenza, il significato e la loro finalità specifica.
Eye Movement Desensitization and Reprocessing. E’ un tecnica che si situa a metà strada tra un azione psicoterapeutica e la neuropsicologica. E’ bene per questo motivo infatti che il terapaeuta che la svolge abbia un ampia formazione su entrambi i campi. Viene utilizzata per ridurre e ri-significare l’impatto traumatico che varie esperienze vissute possono esercitare sulla qualità di vita generale.
Facendo leva sulla plasticità cerebrale, ovvero sul fatto che l’asset neurologico tende a modificarsi in base alla necessità o all’ esposizione a stimoli, si avviano dei protocolli sicuri e non invasivi che facilitano una modificazione della rete cognitiva e quindi dell’intensità percepita del truma.
Per trauma s’intende letteralmente “una ferita”; ovvio che questa è per lo più un esperienza molto soggettiva e anche spesso reiterata e talvolta rimossa. A tal fine l’unione tra una psicoterapia psicoanalitica e le tecniche EMDR possono generare un impatto trasformativo davvero unico.
Lungo l’arco dell’esistenza accade di sentire la necessità di aprire nuove prospettive di vita, capaci di rinnovare il pensare e l’agire. Quello che è stato appare in parte o totalmente superato, lo si percepisce come limitante e talvolta come fonte di sofferenza
L’approccio analitico esistenziale, di chiara derivazione fenomenologica, si pone quindi come obiettivo primario proprio quello di creare tutte le condizioni necessarie affinché l’apertura a nuovi stadi di vita accada con efficacia ed in sintonia con le necessità ed i convincimenti della persona.
L’inedito, lo sperato ed il desiderato trovano così una nuova collocazione: da semplici percezioni diventano possibilità reali.
“Come pensi, così stai”. La Psicologia Positiva è un approccio, un modo di dialogare. E’ la scelta di adottare una visione della vita orientata alla bellezza, all’armonia e, appunto, alla positività. Dal nostro dialogo interiore scaturisce la mappa che creiamo cognitivamente per orientarci nel mondo. Esperienze vissute, pensieri radicati ed emozioni negative ripetute ci portano a “vedere le cose peggio di come sono”. Tutto ciò fa soffrire e fa diminuire le proprie capacità di cambiamento e di resilienza. Con quest’approccio ci si pone in ascolto per implementare l’utilizzo delle proprie migliori risorse interiori dirette al cambiamento e all’evoluzione. Nella vita esistono situazioni negative nelle quali ci si può imbattere. Ma la risonanza interiore di queste è dovuta spesso al nostro modo di pensare e percepire.
E’ la volontà ad entrare nella profondità di sé con uno stile attento e totalmente accogliente, disponibile a far emergere la Verità di ciò che siamo e abbiamo vissuto. E’ un’esperienza altamente liberante e pacificante.
Talvolta, per sé o per un proprio caro, si notano dei rallentamenti in alcune pratiche che prima erano assolutamente comuni. Mancano le parole, non ci si ricorda più bene le cose da fare o come farle e ci si può sentire disorientati. Si possono compiere delle azioni mirate al miglioramento cognitivo le quali allontanano o ritardano la perdita dell’indipendenza ed il conseguente intervento assistenziale nelle attività quotidiane.
Rispetto alle problematiche relative a funzioni cognitive quali la memoria, il linguaggio, l’attenzione e l’orientamento si pone l’obiettivo di ritrovare il massimo grado di autonomia possibile attraverso il recupero e/o la compensazione delle abilità cognitive compromesse.