Nel corso dello sviluppo viviamo diversi momenti- del tutto naturali- nei quali, sin da piccoli, impariamo a diventare noi stessi.
Ci emancipiamo, impariamo a fare da soli, a perseguire la nostra autonomia senza cadere nell’inganno dell’isolamento, ad entrare in relazione con gli altri senza annullare sé stessi.
Questo in teoria. Nella pratica talvolta non accade, per molti motivi.
La cronaca è piena di vicende nelle quali è evidente, almeno in uno dei protagonisti, lo stato di dipendenza rispetto all’altro significativo che poi si può tradurre in diversi comportamenti lesivi o autolesivi.
Come si può entrare in modo salutare in una relazione con un altra persona se prima si risulta incapaci di vivere il rapporto con sé stessi ?
Prima o poi è evidente che l’inganno diventa manifesto.
All’origine di tutto ciò ci possono essere molte cose:
- un rapporto non adeguato con i genitori, esperienze dolorose precedenti,
- la volontà di fuggire da sé
- il fascino esercitato da alcune persone irrisolte
- vere e proprie patologie psichiatriche o neurologiche
- e molte altre dinamiche personali
Il fatto è che ad un certo punto nella relazione ci si trova con la sensazione di soffocare, o perchè l’altro è troppo presente e dipendente o perchè si ha il terrore d’essere abbandonati.
In questi casi occorre molta prudenza e discrezione. E’ necessario affrontare e risolvere gli elementi che hanno prodotto lo stato di dipendenza prima che si trasformi in uno stato d’emergenza.
Il legame, l’essere attenti e felici quando si è assieme all’altro/a significativo è assolutamente un modo di vivere positivo ricordando però che l’Amore protende l’altro verso il suo pieno splendore mentre la Dipendenza Affettiva pretende dall’altro ruoli e comportamenti non necessari e talvolta dannosi